Jhumpa Lahiri: dai luoghi ai nonluoghi, tra l’estraniazione da sé e l’immedesimazione in una città

Resumen

Nel romanzo Dove mi trovo (2018) Jhumpa Lahiri mette in rilievo il tema del bisogno del contatto con l’altro, accompagnato, allo stesso tempo, dalla necessità di tenerlo a distanza. Da una parte la protagonista cerca di costruire i legami duraturi mentre, contemporaneamente, a causa della paura di essere incapace di viverli, li rifiuta. Questa ricerca di identificazione e l’espressione del rifiuto accadono attraverso il suo rapporto con la città in cui abita, quindi, la città diventa il suo primo interlocutore, ogni giorno. Nell’analisi partiamo dagli oramai tanto celebri studi di Marc Augé sui luoghi e nonluoghi nonché dalla metodologia che Hana Wirth-Nesher  espone nella sua opera City Codes: Reading the Modern Urban Novel (1996), in cui propone la lettura di un testo letterario attraverso quattro tipi di ambiente: l’ambiente costruito (the built), l’ambiente umano (the human), l’ambiente naturale (the «natural») e quello verbale (the verbal). L’analisi ha lo scopo di mostrare come la città contemporanea prende il sopravvento nei rapporti sostituendo il partner, l’amico, l’amante, e, non meno importante, il padre della voce narrante.
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